Il piccolo scrigno dove Palermo celebrò la purezza con l’arte di Serpotta e la devozione dei confrati
L’Oratorio dell’Immacolatella a Palermo, capolavoro di Serpotta, custodisce stucchi barocchi e la storia di un’antica confraternita mariana.
Una gemma nascosta del barocco palermitano
Nel cuore antico di Palermo, a pochi passi dalla Chiesa di San Francesco d’Assisi, sorge un piccolo oratorio che racchiude l’essenza del barocco siciliano: l’Oratorio dell’Immacolatella. Costruito nel XVII secolo come sede della Compagnia dell’Immacolata Concezione, l’edificio fu concepito per il culto e la devozione dei confrati legati al quartiere della Kalsa.
L’interno, apparentemente semplice all’esterno, sorprende per la sua straordinaria ricchezza decorativa. Ogni parete è un racconto scolpito nella calce: putti, figure allegoriche, elementi floreali e scene che esaltano la purezza della Vergine. Qui, l’arte di Giacomo Serpotta, maestro degli stucchi, raggiunge livelli di grazia e leggerezza difficilmente eguagliabili, trasformando uno spazio raccolto in un’esplosione di luce e armonia.
Arte, devozione e identità
L’Oratorio dell’Immacolatella non era solo un luogo di preghiera, ma un simbolo di identità spirituale e sociale per la comunità che lo frequentava. Le confraternite palermitane, infatti, rappresentavano un punto d’unione tra fede e partecipazione civile, e questo oratorio divenne presto un centro di riferimento per le celebrazioni mariane e per la formazione religiosa.
Le decorazioni di Serpotta, realizzate nei primi anni del Settecento, dialogano con la luce che entra dalle piccole finestre e creano un effetto scenico di rara intensità. Ogni dettaglio, dalle cornici alle statue, è un invito alla contemplazione, un linguaggio visivo che unisce arte e spiritualità.
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