La processione dei nudi di Sant'Agata | Un rito dimenticato di Palermo

Scopri la storia della processione dei nudi di Sant'Agata a Palermo, un antico rito devozionale oggi scomparso ma ricco di significato.

A cura di Paolo Privitera
30 aprile 2025 21:00
La processione dei nudi di Sant'Agata | Un rito dimenticato di Palermo -
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La devozione palermitana per Sant'Agata

Sebbene Sant'Agata sia universalmente riconosciuta come la patrona di Catania, la sua figura ha goduto di una profonda venerazione anche a Palermo. Prima che Santa Rosalia diventasse la principale patrona del capoluogo siciliano, Sant'Agata era annoverata tra le quattro sante protettrici della città, insieme a Santa Cristina, Santa Ninfa e Sant'Oliva. Questa devozione si manifestava attraverso la costruzione di diverse chiese a lei dedicate e l'organizzazione di rituali e processioni in suo onore. ​

La processione dei nudi: un atto di penitenza e devozione

Tra le varie manifestazioni di fede legate a Sant'Agata a Palermo, spiccava la processione dei nudi. In questa cerimonia, i devoti, noti come "nudi", partecipavano alla processione indossando solo una fascia di stoffa bianca avvolta intorno ai fianchi. Questo gesto simboleggiava un atto di penitenza e umiltà, con l'intento di avvicinarsi spiritualmente alla santa martire. La processione si svolgeva annualmente, alternando il punto di partenza tra la chiesa di Sant'Agata li Scorruggi e quella della Pedata. ​

Le chiese palermitane dedicate a Sant'Agata

La presenza di Sant'Agata a Palermo è testimoniata dalla costruzione di diverse chiese a lei dedicate. Tra queste, la chiesa di Sant'Agata alla Guilla, situata all'angolo tra la piazzetta omonima e via del Celso, sorge nel luogo dove, secondo la tradizione, la santa si rifugiò con la famiglia per sfuggire alle persecuzioni. Un'altra chiesa significativa è Sant'Agata la Pedata, che conserva una pietra con l'impronta del piede della santa, lasciata mentre si allacciava il sandalo durante la fuga. Altre due chiese, oggi non più esistenti, sono Sant'Agatuzza dei Carèri, distrutta durante i bombardamenti del 1943, e Sant'Agata alle Mura, abbattuta nel 1870 per far spazio al Teatro Massimo. ​

La controversia sull'origine di Sant'Agata

Per lungo tempo, Palermo e Catania si sono contese l'onore di essere la città natale di Sant'Agata. Alcune fonti palermitane sostenevano che la santa fosse nata a Palermo nel 235 d.C., mentre altre affermavano che la sua famiglia si fosse trasferita nel capoluogo siciliano per sfuggire alle persecuzioni, prima di essere riportata a Catania per il martirio. Questa disputa ha alimentato una rivalità storica tra le due città, entrambe desiderose di rivendicare un legame speciale con la martire. ​

La scomparsa della processione e l'ascesa di Santa Rosalia

Con il passare del tempo, la devozione palermitana si è progressivamente orientata verso Santa Rosalia, soprattutto dopo la peste del 1624, quando la "Santuzza" divenne la principale patrona di Palermo. Di conseguenza, molte delle tradizioni legate a Sant'Agata, inclusa la processione dei nudi, sono cadute in disuso e sono state dimenticate. Oggi, queste antiche pratiche rappresentano una parte affascinante, sebbene poco conosciuta, della storia religiosa e culturale di Palermo. ​

Curiosità

Nonostante la processione dei nudi sia stata abolita nell'Ottocento per le sue connotazioni considerate troppo audaci, la figura di Sant'Agata continua a essere presente nel tessuto urbano di Palermo. La sua statua è collocata nell'ordine superiore della facciata est dei Quattro Canti, a protezione del quartiere Tribunali (Kalsa), testimoniando l'importanza storica della santa nella città.

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