C'è un mosaico a Monreale che parla in arabo e latino | Ecco cosa nasconde la magnifica opera

Il Duomo di Monreale incanta palermitani con mosaici arabo-latini: oltre 7.500 m² di arte e memoria nella Sicilia normanna.

A cura di Paolo Privitera
07 luglio 2025 18:00
C'è un mosaico a Monreale che parla in arabo e latino | Ecco cosa nasconde la magnifica opera - Foto: Berthold Werner/Wikipedia
Foto: Berthold Werner/Wikipedia
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Un capolavoro arabo-normanno che stupisce Palermo

Il Duomo di Monreale, voluto da Guglielmo II il Buono a partire dal 1172, è un inno visivo alla fusione culturale: 7.500 m² di mosaici bizantini, con testi in greco, latino e influenze arabe, ricoprono completamente le pareti della navata, offrendo ai palermitani un’esperienza divina unica. Questa commistione linguistica e stilistica riflette la complessità religiosa e politica della Sicilia medievale.

Il Cristo Pantocratore: autorità suprema in greco e latina

Al centro dell’abside troneggia il grandioso Cristo Pantocratore, sovrastato da iscrizioni greche “Iesoùs Christòs Pantocràtor”, e circondato da una corte celeste di santi e angeli. Il suo volto fiero e autorevole, realizzato con tessere dorate, trasmette il messaggio: Cristo domina e illumina, oltre la sola dimensione religiosa, anche quella politica e sociale dei suoi tempi.

Mosaico come catechesi: un linguaggio universale

Attraverso scene dell’Antico e Nuovo Testamento come la visitazione a Maria, Abramo e i tre angeli, le pareti del Duomo diventano una Bibbia visiva. È qui che il latino si fonde con influssi bizantini e arabi per istruire padri e pescatori, nobili e mercanti: un approccio educativo rivoluzionario, rivolto a un pubblico multietnico.

Arte e storia scolpite nell’oro

Il mosaico è frutto del lavoro dei “mastri di l’oru”, artigiani bizantini chiamati da Guglielmo II per realizzare un’opera che riflettesse l’unità tra Oriente e Occidente. Un progetto ambizioso, ideato per superare la Cappella Palatina, simbolo normanno nella vicina Palermo.

Un patrimonio vivente, custodito da artigiani moderni

Il Duomo continua a vivere grazie alla Scuola del Mosaico di Monreale, che tramanda tecniche antiche e rinnova il cuore musivo dell’edificio. Oggi, i restauri e le conservazioni proteggono questo scrigno d’oro, tra vernici contemporanee e tessere usurate dal tempo.

Una curiosità autentica: i tre alfabeti che parlano al cuore di Monreale

Grandi poche sanno che il mosaico di Monreale è uno degli unici esempi in Europa dove arabo, greco e latino convivono sul medesimo piano decorativo, dialogando visivamente tra loro. Sul grande medaglione del Cristo e lungo le didascalie bibliche, le lingue si alternano, suggerendo un messaggio di coesistenza culturale.

Immagina un mercante arabo, un monaco greco e un ufficiale latino che insieme, nel XII secolo, contemplano quelle figure mistiche, ciascuno col proprio alfabeto e significato. È la stessa chiesa che accoglieva palermitani e pellegrini di ogni origine.

Questa scelta non era estetica, ma profondamente politica: parlare a tutti, senza escludere, premessa essenziale di quella Sicilia normanna che, pur conquistata militarmente, volle integrare popoli e culture. Così, ancora oggi, il Duomo ci insegna che la diversità è bellezza, e che l’arte può essere ponte tra mondi diversi.

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