Un angolo di Palermo che fa discutere | Via D’Amelio, il luogo trasformato che nessuno immaginava

Scopri come una caserma palermitana è diventata simbolo di memoria per Borsellino e la lotta alla mafia, grazie a un ulivo centenario.

A cura di Paolo Privitera
08 luglio 2025 12:00
Un angolo di Palermo che fa discutere | Via D’Amelio, il luogo trasformato che nessuno immaginava - Foto: Gianfranco/Wikipedia
Foto: Gianfranco/Wikipedia
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Una strage che segnò Palermo per sempre

Il 19 luglio 1992, Piazza D’Amelio, angolo via Mariano D’Amelio, divenne teatro di una delle ferite più profonde nella storia di Palermo e dell’Italia: l’esplosione dell’autobomba che uccise il giudice Paolo Borsellino e i membri della sua scorta. Un evento che riecheggia ancora oggi nell’anima della città e che ha trasformato uno sbarramento di sicurezza in luogo sacro per la memoria collettiva.

Dalla caserma all’epicentro della commemorazione

La Caserma Lungaro, alla periferia di Palermo, è diventata negli anni luogo d’incontro per le cerimonie commemorative in ricordo di Borsellino e degli agenti della scorta. Ogni anno, in prossimità del 19 luglio, si svolgono cerimonie ufficiali con deposizione di corone d’alloro e momenti di riflessione, presieduti da autorità civili e militari in un’atmosfera di silenzio carico di significato.

L’ulivo simbolico: vita che germoglia dalla morte

Nel luogo dell’attentato, in via D’Amelio, venne piantato un ulivo secolare proveniente da Betlemme, donato da Maria Pia Lepanto, madre di Borsellino, come simbolo di pace, speranza e rinascita. Questa pianta, ribattezzata “Albero della Pace”, rappresenta il cuore di un percorso di memoria condivisa, dove ogni foglia ricorda il sacrificio di chi ha dato la vita per la legalità.

Un corteo con scorta speciale: la memoria attiva

Ogni anno, per la ricorrenza della strage, si tiene l’evento “Scorta per la Memoria”: un gruppo di volontari, studenti e cittadini accompagna simbolicamente i parenti di Borsellino lungo via D’Amelio portando la scorta ideale per rendere omaggio ai caduti. Una testimonianza viva che trasforma il ricordo in azione civile e comunitaria.

Curiosità

Lo sapevi che, oltre all’Albero della Pace, nel 2005 è stato istituito a Ciaculli, appena fuori Palermo, il Giardino della Memoria, un luogo pubblico dedicato a tutte le vittime della mafia? In questo vasto parco di 25.000 m², sotto l’ombra degli agrumeti e vicino al Monte Grifone, è stato collocato un ulivo in ricordo di Paolo Borsellino e dei suoi agenti.

L’iniziativa nacque nel 2004 da un’idea del giornalista Leone Zingales, con il sostegno dell’Associazione Nazionale Magistrati di Palermo e del Prefetto della città. L’inaugurazione ufficiale avvenne il 5 gennaio 2005, con la piantumazione dell’ulivo simbolico, simbolo di resilienza e memoria viva. Non è solo un parco: è un luogo di riflessione, passeggiate e cerimonie civiche, frequentato da scuole, associazioni e cittadini. Ogni anno si svolgono incontri, marce silenziose e letture pubbliche dedicate alle vittime della mafia, tra cui Falcone, Borsellino e tanti altri eroi italiani.

Gli ulivi piantati nel Giardino della Memoria rappresentano una catena di vita dalla Sicilia alle Terre dei Martiri, tutti elementi che trasformano il dolore in rinascita. Questi alberi sono segno tangibile che la memoria può diventare opera concreta, un simbolo che fa germogliare nuovi semi di giustizia e legalità.

Un luogo che dimostra come la città di Palermo, pur ferita, sappia trasformare lutto e tragedia in una promessa per il futuro, trasmettendo alle generazioni successive non solo la storia, ma anche l’impegno civile e la speranza.

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