Un castello che nasconde una vicenda incredibile | La storia di Maredolce e il premio ricevuto

Scopri il Castello di Maredolce a Palermo: da ribat arabo a sollazzo normanno, bosco incantato. Un viaggio nella storia palermitana.

A cura di Paolo Privitera
07 luglio 2025 21:00
Un castello che nasconde una vicenda incredibile | La storia di Maredolce e il premio ricevuto - Foto: Jean-Pierre Dalbéra/Wikipedia
Foto: Jean-Pierre Dalbéra/Wikipedia
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Un Ribāt Arabo Multietnico

Il Castello di Maredolce, noto anche come Palazzo della Favara, nasce nell’XI secolo come elegante ribāt arabo, un complesso religioso‐militare immerso nel verde della Favara (la “sorgente ribollente”).
Dalle fonti si apprende che l’emiro Jaʿfar II lo concepì come residenza suburbana, circondandolo di un lago artificiale e giardini rigogliosi in pieno stile islamico-idraulico.
Qui i poeti arabi andavano in contemplazione, trovando ispirazione in un paesaggio sospeso tra acqua, agrumi e architettura paradisiale.

Il Sollazzo Regio dei Normanni

Con la conquista normanna, il ribāt diviene più “castello”: Ruggero II, ammirato per la sua politica di coesistenza culturale, lo trasforma in uno dei suoi solatii regii, luoghi di delizia e svago.
Il palazzo rimane incastonato nell’acqua per tre lati, con un’isola centrale di circa due ettari, che diviene palco di feste, battute di pesca e splendori di corte.
Per tutto il XII secolo, Maredolce vive il suo periodo più luminoso, punto d’incontro tra culture: araba, normanna e bizantina.

Il Cambiamento: Ospedale e Azienda Agricola

Nel 1328, subentra il magnate Federico III d’Aragona, che cede il sito ai Cavalieri Teutonici: il castello diventa ospedale, estendendosi nelle funzioni di cura.
Dal 1460 in poi, con i Beccadelli di Bologna e poi Francesco Agraz, Duca di Castelluccio, l’area viene trasformata in azienda agricola, i giardini prosciugati, e il lago convertito in coltivazioni di agrumi.

Decadenza e Rifioritura

Dopo decenni di abbandono, occupazioni abusive e degrado, lo Stato interviene con l’esproprio del 1992, seguito da un restauro nel 2007, ancora in corso.
Il Parco della Favara torna accessibile nel 2011 grazie al FAI, mentre nel 2015 riceve il prestigioso Premio Internazionale “Carlo Scarpa per il Giardino".
Oggi camminare tra le vestigia di Maredolce significa ripercorrere 2000 anni di storia palermitana, dal dominio arabo alla rinascita verde del XXI secolo.

Curiosità

Maredolce è l’unico sito urbano al mondo ad aver ricevuto il prestigioso Premio Internazionale “Carlo Scarpa per il Giardino” nel 2015, proprio per il recupero del suo Parco della Favara, l’antico giardino regio.
Il riconoscimento, assegnato ogni due anni dal FAI e dalla Regione Veneto, premia eccellenze nel restauro del paesaggio. Maredolce è entrato in quella élite di luoghi “resuscitati” che evocano antichi paradisi medievali.
L’intervento di recupero ha portato alla luce canali di irrigazione normanni, arbusti autoctoni secolari e persino resti di piante esotiche del X secolo, piantate dall’emiro per decorare le rive del lago.
Proprio qui, nel mezzo della città moderna, rinati dopo millenni: canneti, agrumeti, palme, e un genius loci che vince il degrado e il cemento.
Grazie a ciò, Maredolce è ora un raro esempio di sovrapposizione storica ambientale, dove ogni pianta – ogni fonte d’acqua ricostruita – racconta un capitolo di Palermo: dal rinomato splendore medievale fino alla riscossa ambientale contemporanea.

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