Una villa che incantò la nobiltà di Palermo | Svelata la dimora che ha affascinato l'alta società
Villa Igiea è il gioiello liberty di Palermo che conquistò reali, artisti e milionari. Scopri la sua storia segreta tra lusso e leggenda.

Dove il sogno liberty si trasformò in pietra
Affacciata sul mare, Villa Igiea è molto più di un albergo: è una dichiarazione d’amore a Palermo, un manifesto liberty scolpito nella pietra e nel tempo. Nata alla fine dell’Ottocento come dimora privata della potente famiglia Florio, la villa fu commissionata da Ignazio Florio junior, il rampollo dell'impero economico siciliano, e trasformata in hotel nel 1900, con il genio architettonico di Ernesto Basile, maestro dello stile liberty europeo.
Il rifugio segreto dei potenti
Dalla sua inaugurazione come Grand Hôtel, Villa Igiea divenne subito un luogo di culto per l’élite internazionale. Vi soggiornarono re, zar, imperatori, star del cinema e intellettuali, attratti dalla raffinatezza degli interni decorati con affreschi, stucchi, boiserie e vetrate liberty uniche nel loro genere. Il salone affrescato da Ettore De Maria Bergler, conosciuto come “Salone degli Specchi”, è ancora oggi una delle sale più iconiche di Palermo.

Un’opera d’arte vivente affacciata sul Tirreno
Villa Igiea non è solo storia e nobiltà, ma architettura viva. L’uso del ferro battuto, delle ceramiche di Ernesto Basile, e l’integrazione con la natura mediterranea che la circonda, fanno di questa villa un esempio perfetto di fusione tra paesaggio e costruzione. Ogni angolo racconta l’ambizione estetica dei Florio e l’orgoglio architettonico di Palermo.
Dal declino alla rinascita di un sogno
Dopo un lungo periodo di decadenza nel secondo dopoguerra, Villa Igiea ha conosciuto una rinascita spettacolare. Acquistata dal gruppo Rocco Forte Hotels, la villa è stata restaurata con fedeltà storica, riportando alla luce ogni affresco, ogni lampadario, ogni dettaglio decorativo originario. Oggi rappresenta l’eccellenza dell’ospitalità a Palermo e un esempio brillante di restauro culturale in chiave internazionale.
Curiosità: Il Sanatorio che curava anche lo spirito
Villa Igiea, prima di diventare Grand Hôtel, nacque come un sanatorio di lusso per malati di tubercolosi, voluto da Ignazio Florio jr in memoria della figlia Giovanna, ammalata a causa della tisi . Il nome “Igiea” è proprio un omaggio a Igea, la dea greca della salute
Ma non si trattava di un ospedale tradizionale: coinvolgendo l’architetto Ernesto Basile e il pittore Ettore De Maria Bergler, il progetto puntava a creare ambienti terapeutici non solo per il corpo ma anche per l’anima. Il celebre Salone degli Specchi, con le sue decorazioni floreali simboliche, era concepito come uno spazio capace di influire sul benessere psicologico dei pazienti: un vero e proprio “terreno di cura estetica”.